Favorire il rinnovo generazionale, rendere maggiormente attrattivo il sistema agricolo, creare occupazione nelle aree rurali. Sono gli obiettivi per il settore dell’agricoltura fissati a Bruxelles con il Pact for Skills, piano quinquennale per sviluppare le competenze per la riqualificazione dei lavoratori.

Ed è sulla scia di questo programma, che promuove la cultura dell’apprendimento permanente, il monitoraggio dell’offerta e della domanda di competenze e la parità di genere nell’accesso al lavoro, che si inserisce il nuovo accordo siglato a Eima – in occasione dell’evento “Agriskills: le capacità per un’agricoltura competente” – per sostenere lo sviluppo delle competenze, Un accordo che coinvolge l’industria del settore, rappresentata da FederUnacoma, gli agricoltori riuniti nelle due associazioni CIA e Agia, la rete degli istituti tecnici agrari “Senza Frontiere”, a cui fanno capo 39 scuole, e l’ente di ricerca e formazione di CIA, Agricoltura e Vita.

L’ESIGENZA DI UN PROCESSO DI FORMAZIONE E AGGIORNAMENTO CONTINUO

FederUnacoma

Le sfide che devono affrontare gli operatori della filiera sono tante, dal cambiamento climatico alla sostenibilità della produzione per arrivare alla necessità di rendere più attrattivo per i giovani il mondo agricolo. «Il livello di innovazione tecnologica che abbiamo raggiunto è molto elevato – ha affermato Enrico Calentini, presidente di Agia -, ma l’innovazione di cui vediamo i risultati nei campi, tra droni e robot, va governata. Non possiamo semplicemente aprire il libretto delle istruzioni. Serve un processo di formazione e aggiornamento continuo. Anche perché con la nuova Pac non sappiamo come sarà il mercato tra cinque anni».

Sullo sfondo del nuovo accordo, dopo il rallentamento della collaborazione con gli istituti tecnici agrari a causa della pandemia, il sistema agricolo europeo, che conta 11 milioni di aziende e 22mila cooperative, per un totale di 22 milioni di lavoratori, dei quali il 51% ha un livello di istruzione medio. Numeri che rappresentano la base da cui partire per immaginare nuovi modelli formativi pensati per i coltivatori del futuro, valorizzando anche il ruolo degli enti di formazione. «Enti che – ha spiegato Matteo Ansanelli, presidente di Agricoltura e Vita – hanno avuto un ruolo decisivo nell’affiancare i coltivatori nel percorso verso l’imprenditorialità. Per questo la cura delle competenze è strategica». 

Fonte: FederUnacoma