Un super trattore intelligente con guida automatica a controllo satellitare che, con appena 2,5 centimetri di errore, è in grado di “dialogare” con seminatrici di precisione, spandiconcimi e barre irroratrici per la distribuzione di concimi e antiparassitari a rateo variabile, a seconda del terreno da trattare mappato da droni e dal rilevamento digitale dello stato delle colture e delle geometrie del terreno.

Si chiama SimAgri, il simulatore fisico-virtuale, una sorta di videogioco, fiore all’occhiello delle macchine agricole messe a disposizione dal Crea (Consiglio per la ricerca in agricoltura e l’analisi dell’economia agraria) nella sua azienda di 35 ettari a Treviglio, nel bergamasco.

Qui il Centro di ricerca Ingegneria e Trasformazioni agroalimentari ha realizzato un hub di dimostrazione che, insieme a quello di Monterotondo in provincia di Roma, costituiscono il punto di riferimento informativo e dimostrativo dell’agricoltura 4.0 per produttori, associazioni e strutture di formazione pubbliche e private.

INIZIALMENTE DESTINATO ALLA FORMAZIONE DEGLI OPERATORI

SimAgri

La disponibilità di un simulatore di trattore che aziona un parco di macchine operatrici agricole rappresenta un ulteriore passo evolutivo dell’agricoltura di precisione. Si potrà, quindi, digitalizzare completamente un’azienda agricola creando una sua “gemella digitale” che potrà servire a simulare le scelte reali più opportune in funzione di diversi scenari possibili. Inizialmente ideato per la ricerca, potrà avere ricadute concrete anche per il mondo operativo.

Pur essendo uno strumento concettualmente complesso e all’avanguardia (ispirato ai simulatori automobilistici, ma integrato in modo innovativo con le funzioni tipiche della meccanizzazione agricola) il simulatore presenta un layout generico, non ispirato specificamente a un modello di trattore. Coniuga la massima semplificazione costruttiva con la facilità di utilizzo e di regolazione oltre che con la verosimiglianza con la cabina di un trattore moderno. Per questo, in un primo momento, sarà impiegato nella formazione professionale del personale dedicato.

L’IMPORTANZA DELLE DIMOSTRAZIONI IN CAMPO

«Il problema – spiega il direttore del Centro di ricerca Ingegneria e Trasformazioni agroalimentari Paolo Menesatti – non è la disponibilità di tecnologie 4.0 sul mercato, quanto la difficoltà a poterle provare in campo». Una strategia che ben si sposa con uno dei punti cardini del Piano Strategico Nazionale del ministero delle Politiche agricole, che prevede appunto di supportare le imprese nell’adozione di tecniche produttive più sostenibili e innovative, con uno sforzo importante per superare la frammentazione del sistema della conoscenza, proporre strumenti più efficaci e favorire maggiore integrazione tra consulenza, formazione, informazione e gruppi operativi per l’innovazione.

Fonte: Crea