La nuova versione del Recovery Plan azzoppa le possibilità di rilancio dell’Italia in controtendenza alla destinazione green dei fondi europei e l’agricoltura, che avrebbe dovuto essere l’asse portante della “rivoluzione” verde, rischia ancora una volta di essere lasciata al palo.

È quanto denuncia il presidente della Coldiretti Ettore Prandini nel sottolineare come, rispetto alle precedenti bozze, «vengano tolte incomprensibilmente risorse per la crescita sostenibile dalle filiere produttive alle foreste urbane per mitigare l’inquinamento in città, dagli invasi nelle aree interne per risparmiare l’acqua alla chimica verde e alle bioenergie per contrastare i cambiamenti climatici».

LO SPOSTAMENTO DELLE RISORSE PENALIZZA IL GRANDE POTENZIALE AGRICOLO E ALIMENTARE DEL NOSTRO PAESE

L’ Italia rischia così di essere l’unico Paese dell’Unione Europea – sostiene Prandini – a non valorizzare nei progetti il proprio potenziale agricolo ed alimentare che rappresenta una realtà da primato a livello europeo ed internazionale.

Una realtà che – ricorda Prandini – durante la pandemia non si è mai fermata ed ha garantito l’approvvigionamento alimentare della popolazione non facendo mai mancare beni essenziali nonostante le molteplici criticità.

Bisogna ripartire dai nostri punti di forza dell’Italia con l’agroalimentare che – conclude Prandini – ha dimostrato resilienza di fronte la crisi e può offrire con la rivoluzione verde un milione di preziosi posti di lavoro green nei prossimi dieci anni, come dimostra il boom del 14% di nascite di nuove imprese agricole under 35 negli ultimi 5 anni, in netta controtendenza rispetto agli altri settori.

CRITICHE ANCHE DA PARTE DEGLI AGROMECCANICI DI CAI

Critiche alla nuova architettura del Recovery Plan, «che sacrifica l’agricoltura non tenendo minimamente conto del ruolo delle imprese agromeccaniche quali motori dello sviluppo in uno dei comparti più rappresentativi dell’economia italiana», vengono espresse anche dalla Confederazione agromeccanici e agricoltori italiani (CAI).

«Il Recovery Plan, così come era stato concepito – fa presente Gianni Dalla Bernardina, presidente nazionale di CAI – avrebbe dovuto essere uno strumento per potenziare la rivoluzione verde e attuare nuove strategie verso un’agricoltura sostenibile. Siamo sorpresi della svolta del governo, che distoglie fondi dall’obiettivo originariamente previsto e verso il quale dovrebbero in verità sussistere vincoli comunitari non arbitrariamente modificabili».

PROGETTI DI CRESCITA LONTANI DALLA REALTÀ

«Se il piano varato dal MEF prevede un più elevato stanziamento di fondi per la filiera dell’idrogeno rispetto all’agricoltura sostenibile, solo per fare un esempio – commenta il vicepresidente  di CAI Sandro Cappellini – significa aver completamente frainteso la natura della missione green. Ci auguriamo che il piano di rilancio possa tornare ad articolarsi su premesse più concrete e più focalizzate alla realtà. L’agricoltura e l’agroalimentare italiano hanno bisogno di progetti di crescita seri e non di inutili e ad oggi anacronistici stanziamenti per trattrici a metano».

Fonti: Coldiretti e CAI.

Fonte immagine di apertura: New Holland Agriculture FB.