Vola il fatturato del Consorzio agrario di Ancona che raggiunge gli 87,84 milioni (+9,4% rispetto all’anno precedente, quando si era attestato a 80,31), confermandosi solido punto di riferimento del settore primario marchigiano. «Un risultato – spiegano dal consorzio – generato da due fattori: da un lato l’inevitabile aumento dei prezzi sui prodotti venduti – conseguente ai rincari di gas, energia e materie prime – ancorché attenuato il più possibile in considerazione della funzione sociale del Consorzio; dall’altro il consolidamento delle quote di mercato nei settori di riferimento».

 

BUONA TENUTA DEL SETTORE MACCHINE AGRICOLE, A QUOTA 12,5 MILIONI DI EURO

Consorzio agrario di Ancona

La commercializzazione dei cereali – di cui il grano duro, principale coltura delle Marche, rappresenta il 70% del valore – resta tra le voci più significative del bilancio, con la cessione di oltre 553mila quintali e un ricavo che sale a 29,11 milioni. In crescita di oltre il 50% le voci carburanti (16,2 milioni) e concimi (9,7 milioni), tiene bene anche il settore macchine agricole (12,5 milioni). Numeri snocciolati in occasione dell’assemblea dei soci del Consorzio che ha provveduto all’approvazione del bilancio di esercizio 2022 dove, è stato ricordato, si evidenzia la «perdita di oltre 300 tonnellate di girasole, già regolarmente liquidate agli agricoltori conferenti, per la drammatica alluvione del 15 e 16 settembre nel centro di stoccaggio di Ostra».

UNA TRENTINA DI SEDI SU TRE PROVINCE

Tutti i settori del Consorzio – una trentina le sedi su tre province – hanno mantenuto e a volte migliorato le performance di vendita. L’aumento dei tassi di interesse però ha scoraggiato gli investimenti pure programmati dal Consorzio.

Il presidente Alessandro Alessandrini, esprimendo a nome dei circa 370 soci l’orgoglio di rappresentare l’unico Consorzio in ambito regionale a mantenere inalterata la propria autonomia, ha aggiunto: «Grazie a un comportamento prudente e a una continua attenzione circa l’affidabilità di clienti e fornitori siamo riusciti a mantenere energie e risorse per affrontare il 2023 in maniera serena. Nella speranza che la politica riesca a comprendere, finalmente, il ruolo centrale dell’agricoltura e dell’agroalimentare, sia italiano che europeo. Operazione che non potrà prescindere dalla definitiva comprensione che la tanto decantata transizione ecologica molto teorizzata, ma molto poco reale debba rappresentare un valore aggiunto e un incentivo per economia e società e non un ennesimo strumento di freno».

Fonte: Consorzio agrario di Ancona