Dopo i commenti critici del mondo agricolo circa la recente decisione del governo di ridurre il contributo pubblico per le polizze agevolate per le aziende del settore, il dibattito continua ad essere alimentato dal nuovo obbligo di assicurazione contro i rischi catastrofali, che per il momento riguarderebbe le imprese agromeccaniche, peraltro con alcuni punti interrogativi ancora aperti.

BOLIS (CONFAI BERGAMO E LOMBARDIA): «È ESSENZIALE DISEGNARE UNA STRATEGIA COMUNE TRA LE ISTITUZIONI. UN ERRORE SCARICARE TUTTI I COSTI SUL SETTORE PRIMARIO»

«Le organizzazioni del mondo agromeccanico sono sempre state in prima linea nel prestare attenzione all’impatto che i fenomeni climatici stanno generando sul territorio. A questo riguardo, consideriamo essenziale disegnare una strategia comune tra le istituzioni. Sarebbe un grave errore scaricare indiscriminatamente tutti i costi sugli attori del settore primario»: così il presidente di Confai Bergamo e Confai Lombardia, Leonardo Bolis, ha commentato la norma contenuta nella legge di bilancio 2024 che obbliga le imprese a stipulare una polizza contro calamità naturali ed eventi climatici catastrofici, quali alluvioni, sismi e inondazioni.

«Per il momento le aziende agricole in senso stretto, comprese nell’art. 2135 CC., risulterebbero escluse dal nuovo vincolo – ha fatto notare il segretario provinciale di Confai Bergamo, Enzo Cattaneo –, ma rientrerebbero nell’obbligo le imprese agromeccaniche, pur svolgendo un’attività classificata come agricola».

ESSENZIALE ATTIVARE QUANTO PRIMA IL COSIDDETTO FONDO MUTUALISTICO NAZIONALE PER LA COPERTURA DEI DANNI CATASTROFALI

Resta un punto di domanda intorno alle cosiddette attività connesse svolte dalle aziende agricole, vale a dire le attività diverse dal normale esercizio di coltivazione del fondo e legate alla trasformazione, valorizzazione e commercializzazione dei prodotti. In riferimento a tali attività, sussiste il dubbio se le imprese agricole debbano corrispondere il premio assicurativo, eventualmente in forma agevolata.

In ogni caso la nuova norma è destinata ad incidere sui costi gestionali del settore, che da tempo sono in costante aumento. «L’auspicio è che le istituzioni sappiano coordinarsi ai diversi livelli territoriali per mettere in atto una politica di gestione del rischio coerente e che possa essere sopportata agevolmente dal tessuto imprenditoriale – ha osservato Cattaneo –. In questo senso, sarà essenziale attivare quanto prima il cosiddetto Fondo mutualistico nazionale per la copertura dei danni catastrofali, denominato per brevità AgriCat, concepito a livello comunitario con l’obiettivo di preservare i redditi delle imprese agricole da eventi climatici sempre più avversi».

Fonte: Confai Bergamo